Degustazione Tenute Dettori | 20 Aprile

Questa settimana c’immergiamo in una zona geografica misteriosa e affascinante, la Romangia. A nord-ovest della Sardegna, Logudoro, il luogo dorato, dove dall’inizio del novecento la famiglia Dettori è custode del cru Badde Nigolosu nel comune di Sennori, anfiteatro naturale sulle colline più alte a 300 m s.l.m., che guardano il Golfo dell’Asinara da una manciata di chilometri di distanza. La brezza, dal mare, mitiga il caldo della giornata, preservando la sostenuta ed equilibrata acidità di maturazione.

Agricoltori e artigiani di grande sapienza, coltivano solo antichi cloni di uve sarde secondo i principi dell’agricoltura biodinamica; il Retagliadu Nieddu (Cannonau), la Monica di Sorso, il Pascale, il Vermentino e il Moscato di Sennori, da vigne che raggiungono sovente il secolo; viti ad alberello circondate da macchia mediterranea e la preferenza di cemento in cantina per fermentazioni e affinamenti.

I risultati ottenuti confermano che tutte le scelte, maturate in largo anticipo sui tempi odierni, hanno avuto origine da una coraggiosa, ampia e lucida coerenza di pensiero, in un abbraccio fisico, spirituale e intellettuale che unisce Rudolf Steiner a Sant’Agostino e Marc Augé. Una su tutte, rinunciare alla denominazione di origine controllata, con grande consapevolezza e libertà su tutti gli elementi del territorio, di cui l’uva rappresenta una parte che non deve prevalere sul resto. Ogni singolo vigneto dà origine ad un vino con caratteristiche uniche e irripetibili, la seconda selezione viene destinata ai Renosu, con un rapporto qualità-prezzo eccezionale.

Assaggeremo:

Renosu Bianco, vino quotidiano per eccellenza, solo rame e zolfo in vigna, fermentazione spontanea in vasche di cemento, breve macerazione, nessuna chiarifica e filtrazione, imbottigliato con dosi minime di solforosa. Di colore giallo intenso tendente al dorato, racchiude l’essenza dell’isola, con note salmastre, di macchia mediterranea e di fiori bianchi, albicocca e frutta secca. In bocca è morbido e goloso, di notevole persistenza.

Renosu Rosso, un vino mai addomesticato e banale, sempre diverso e sorprendente. Diraspatura, macerazione e fermentazione da 3 a 10 giorni con lieviti indigeni. Senza chiarifiche né filtrazioni. Di colore rosso rubino denso, al naso ricorda il mirto maturo e la macchia mediterranea, cui seguono prugna e nocciola e note di origano che si fanno evidenti. In bocca è avvolgente, anche lui di lunga persistenza.

Sabato 20 Aprile
11.00 – 13.00 / 17.00 – 19.30

Guido De Ponti, il Geologo Droghiere
Andrea Voltattorni, il Versastorie

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