Degustazione Torre dei Beati | Sabato 21 Ottobre
Ci spostiamo in un territorio ancora troppo poco frequentato, l’Abruzzo. E ci piace raccontare quell’Abruzzo agricolo, che Flaiano, illustre figlio di queste terre, definirebbe lontano dai guasti di una falsa modernità.
Torre dei Beati. Il nome dell’azienda è già un manifesto programmatico. Dal particolare di un affresco del quattrocento, rappresenta il traguardo finale a cui tendono le anime, con grandi sforzi e attraverso difficili prove. Metafora di uno sforzo di esprimere, attraverso attentissime selezioni in vigna e in cantina, il meglio dei vitigni autoctoni coltivati nel territorio particolarmente vocato di Loreto Aprutino, dove formazioni di calanchi fanno da contrasto a un paesaggio collinare in prevalenza dolce e modellato dall’agricoltura. Azienda nata nel ’99, convertendo a biologico le vigne da anni coltivate dal papà Rocco.
Assaggeremo:
Giocheremo con i fiori, Abruzzo DOC Pecorino. Di recente recupero, il Pecorino è un vitigno autoctono di scarsa produttività e di grande interesse enologico. Da vigne su terreni argilloso-calcarei, esposte a nord est a 300 m slm, vinificato e affinato in acciaio. Fine ed elegante al naso con note di pera e fiori bianchi, miele ed erbe officinali. Di gran struttura e persistenza, in cui alcol, acidità e mineralità sono ben presenti e in buon equilibrio fra di loro.
Rosa-ae, Cerasuolo d’Abruzzo DOC. Dimostrazione della grande flessibilità del vitigno Montepulciano. Vinificato e affinato in acciaio. Al tipico rosso ciliegia brillante, fanno riscontro profumi freschi e persistenti di fragola, melograno e ciliegia, impreziositi da eleganti sentori floreali tra i quali in bella evidenza la rosa. Il buon volume in bocca è caratterizzato da ottimo equilibrio tra la morbidezza, legata anche alla sostenuta componente alcolica, e la viva componente acida e minerale, che rendono lunga la persistenza in bocca e stimolante il finale.
Montepulciano d’Abruzzo DOC. Primo vino prodotto dall’azienda. Interpretazione elegante e personale del vitigno. Affinato metà in botti di rovere di Slavonia da 30 hl e metà in barrique di rovere francese di secondo passaggio, per la durata di 12 mesi. L’impiego del legno in maturazione ha l’obiettivo di facilitare il naturale raggiungimento della stabilità. Rosso rubino con riflessi violacei. La consistente struttura conferisce al vino una buona morbidezza, in equilibrio con la presenza di tannini bene evoluti che contribuiscono, insieme alla naturale salinità e alla leggera vena acida, ad una chiusura di elegante persistenza. Sabato 21 Ottobre 2017 11.00 – 13.00 / 17.00 – 19.30
Guido De Ponti, il Geologo Droghiere